Per dare sollievo a un'assurda malattia della pelle, Jean-Paul Marat trasformò la sua vasca da bagno in uno spazio in cui vivere e lavorare. Le opere che scrisse in quella tinozza furono la scintilla che scatenò l'insurrezione dei francesi. Marat diede un nuovo significato alla vasca da bagno - convenzionalmente luogo deputato alla pulizia e al piacere - trasformandola in locus della rivoluzione.
L'assurdo è un aspetto funzionale a quello trasformazionale dell'opera di Marat. Mi riferisco alla possibilità di elaborare la malattia in modo da togliersi il bavaglio e dare voce a forme utili di espressione psichica finora rimaste latenti. La malattia della pelle di Marat è sì una debolezza del suo sistema immunitario, ma è al tempo stesso un'abiezione che fornisce energia, reindirizzata da Marat verso uno sconvolgimento sociale. Pensiamo alla funzione delle spine nelle rose: sono spiacevoli, ma anche necessarie a preservare la struttura dell'intero fiore.
Probabilmente Marat contrasse la malattia quando dovette inizialmente installarsi nelle fogne per vivere e lavorare. Infatti, in seguito a un mandato emesso contro di lui dal re, si era dovuto nascondere in quei luoghi per continuare a svolgere le sue occupazioni. L'attività segreta di Marat nelle fogne si collega all'idraulica, e quest'ultima mette in rapporto la fogna con la vasca da bagno: in lui esiste un legame sistemico tra contaminazione e purificazione. Marat si sposta dalle viscere di Parigi, dal sistema fognario, alla produttività di una vasca a forma di utero. La ricostruzione di Habib Allah della vasca di Marat lascia intendere che a volte bisogna essere in prossimità della merda per far nascere chiarezza ed efficacia.
Molti sostengono che giudicare abietti i processi biologici materni sia una strategia di integrazione e sopravvivenza all'interno di strutture sociali fallocentriche. Questo spiega perché l'odierno prototipo di atleta del college ritiene le mestruazioni "così schifose" - omologazione di pensiero all'interno di un universo economico orientato alla penetrazione. La forma organica della vasca di sospensione piena di liquido caldo in cui Marat si immerge lotta contro questa abiezione del materno. La sua particolare vasca da bagno mi appare come un'inversione proposizionale, in quanto è da questa forma uterocentrica che Marat difende la propria abiezione e si mette al lavoro. E non è affatto ironico che la figlia vergine, più o meno ventenne, di un aristocratico lo uccida proprio mentre si trova in questa camera di sospensione liquida, operando così una completa inversione del matricidio.
La vasca da bagno originale è oggi conservata al Musée Grévin, un museo delle cere di Parigi. Un Marat di cera giace nella vasca e accanto a lui sono collocati personaggi contemporanei, come George Clooney. La modesta ultima dimora di questo oggetto politicamente significativo impronta il dibattito sulla trans-storicità e l'odierna svalutazione della funzione del manufatto. La minuziosa ricostruzione di Allah è un lavoro che raddoppia consapevolmente la cooptazione dell'oggetto. La versione contraffatta della vasca realizzata dell'artista non è formalismo necrofilo. Piuttosto, l'opera spinge a chiedersi: oggi quale pezzo di arredamento funzionale potrebbe diventare un luogo di controstrategia sociale scaturita da una necessità biologica?
Walter Benjamin Smith