Jeff Koons rappresenta un'interessante fusione tra ingegnosità di provincia, ambizione urbana e perfezione. La sua opera può essere letta anche in termini autobiografici, visto che spesso si ispira in maniera indiretta agli anni dell'infanzia trascorsi nella cittadina di York in Pennsylvania. Koons si rifà incessantemente ai piaceri fugaci della quotidianità e alle sue forme stucchevoli, dando legittimità ai momenti della vita di ogni giorno apparentemente privi di interesse estetico. Le sue sculture e i suoi quadri sono documenti esatti della banalità.
È attraverso la forza della perfezione artistica e tecnologica che Koons ha trasformato queste banalità in scintillante arroganza. Questo nuovo approccio è nato a New York: dopo gli studi d'arte a Baltimora e Chicago, infatti, il giovane Koons si trasferisce a New York per mettersi alla prova. Subito si rende conto che la sua arte dovrà essere tecnologicamente ambiziosa e, per procurarsi i mezzi economici necessari a coprire gli alti costi delle opere che intende realizzare, diventa broker. Il primo risultato di questo investimento di capitale si realizza con "Equilibrium", la mostra del 1985 in cui l'artista presenta palloni da basket sospesi nell'acqua in vasche di vetro, oltre alla fusione in bronzo di un autorespiratore (Aqualung) e di un canotto (Lifeboat). La stretta collaborazione con artigiani professionisti lo riporta paradossalmente alla tradizione manuale del periodo preindustriale.
Il contributo di Koons a "Empire State" è rappresentato da tre opere della recente serie Antiquity: quadri che raffigurano statue dell'antichità greca riconducibili ad Afrodite, dea dell'amore, e a Dioniso, dio dell'ebbrezza, accostate a immagini e citazioni tratte dalla produzione dello stesso Koons. Antiquity 1 rappresenta il gruppo marmoreo di Delo, isola di ricchi mercanti, in cui Pan, il dio dal piede caprino, molesta Afrodite, che reagisce minacciandolo scherzosamente con un sandalo. In origine le statue greche erano dipinte con colori sgargianti, per un effetto iperrealistico.
Analogamente, Koons concepisce le sculture in una vivida policromia. Le superfici delle sue opere sono perfette, poiché egli attribuisce la massima importanza a ogni millimetro quadrato. Si trova così in misteriosa sintonia con gli artisti dell'antica Grecia, che dedicavano ogni sforzo al conseguimento della mimesis, ovvero il massimo dell'illusione. È proprio questa promessa di perfezione, nascosta nella modernità ma attuata a New York, che Koons esplora e sfrutta.
Vinzenz Brinkmann