Mario Capecchi in conversazione con Roberto Faenza, Elisa Balzano, Marta Marzullo



Da piccolo vagabondo di guerra, quasi l'immagine di un piccolo eroe di Rossellini, ad allievo di James Watson fino al Nobel per la medicina nel 2007. Mario Capecchi, l’italiano trapiantato in America che ha scoperto come silenziare i geni, incontra il pubblico italiano grazie ad un’occasione straordinaria: il film Hill of Vision sulla sua rocambolesca infanzia appena terminato da Roberto Faenza e co-prodotto da Rai Cinema. Quando la madre, antinazista, fu deportata in un campo di concentramento tedesco, si ritrovò a vivere da solo per strada, tra gruppi di bambini sbandati. Macilento e malnutrito, dopo tre anni fu ritrovato in un ospedale dalla madre, sopravvissuta, che partì con lui per l’America, aprendogli una vita di nuove possibilità. Un’occasione unica per il pubblico della mostra per ripercorrere la sua vita straordinaria e le sue importanti scoperte scientifiche, con l’aiuto del regista e di due brillanti ricercatrici. L'incontro si è tenuto il primo dicembre in occasione di Tre stazioni per Arte-Scienza, in programma al Palazzo delle Esposizioni fino al 27 febbraio 2022.

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