Formafantasma

Il Palazzo delle Esposizioni di Roma presenta Tre stazioni per Arte-Scienza: un progetto dedicato all’incontro fra arte, scienza, società e cultura contemporanea.

Ti con Zero, la prima delle tre mostre, è una riflessione su come l'arte contemporanea interseca il mondo scientifico. Ti con Zero è una notazione matematica con cui si indica il momento iniziale di osservazione di un fenomeno, un istante di arresto fissato nel tempo e nello spazio che si apre a infinite possibilità. Questa dimensione risulta essere un punto di vista privilegiato in cui convergono conoscenza e immaginazione. 31 artisti italiani e internazionali sono esposti nell'edificio neoclassico con un progetto espositivo sviluppato da Formafantasma.

La scenografia è concepita partendo dall'idea di una griglia che divida rigorosamente lo spazio in moduli/spazi realizzati in tessuto incorniciato. Il riferimento qui è al tentativo scientifico di regolare, misurare e catalogare tutto ciò che esiste. Invece di trattare la griglia come un’opprimente struttura imposta alle opere, il progetto espositivo si apre sotto la forma di porte e finestre che si staccano dalle pareti dell'edificio. Queste inaspettate variazioni di tema possono servire sia ad inquadrare alcune opere, sia a suddividere lo spazio in ambienti più intimi.
 

Per La scienza di Roma Formafantasma abbraccia invece l'idea del fare mostra come strumento di apprendimento.

La mostra si concentra su una notevole serie di materiali per ricostruire la storia dello sviluppo scientifico della città: dagli acquerelli raffiguranti le fasi lunari dipinti da Galileo Galilei, al cranio originale dell'Uomo di Neanderthal di Saccopastore ed alle Tavole Sciateriche di Athanasius Kircher, per citarne solo alcuni.

Ispirato al modo in cui sono costruiti i libri didattici, il progetto espositivo divide lo spazio in aree. L'apertura della mostra è una costruzione metallica situata sulle scale del palazzo e coperta da una selezione di immagini che offrono un'anteprima del contenuto a venire, come a voler creare un indice tridimensionale. Il percorso espositivo prosegue con le opere più importanti poste al centro delle stanze, mentre gli oggetti rimanenti sono esposti quasi in tassonomia sulla parete destra. Nel lato opposto, immagini ingrandite e testi estesi contestualizzano i materiali in mostra.

Il visitatore ha la facoltà di scegliere, decidendo se farsi guidare nel percorso della mostra dal potere evocativo degli oggetti o dalla natura informativa delle foto esposte, tutte selezionate tra materiali d'archivio della città di Roma.
 

La terza mostra Incertezza esamina le metodologie e la formulazione di idee in campo scientifico. I concetti scientifici esplorati (che vanno dalla probabilità alla diffusione di malattie ed agli studi climatici) sono ambientati insieme ad installazioni interattive e macchinari fisici in un ambiente tutto rosa. Nel mondo occidentale, il rosa è sempre stato considerato un colore lontano da qualsiasi affiliazione scientifica a causa del pregiudizio e preconcetto di genere secondo il quale il rosa è frivolo ed un cliché della femminilità, e per questo non conforme alla serietà scientifica.

In parallelo con il contenuto curatoriale, l'allestimento segue quindi il tentativo di sovvertire il cliché di una mostra scientifica. Allo stesso modo in cui il contenuto mette in discussione la precisione scientifica e la certezza, il design dell'allestimento sovverte il monolite della mostra scientifica ambientata nell'oscurità e in spazi seri, collocando quindi un cubo scuro materico all'interno dell'ambiente rosa come a dare un senso di straniamento e di fluidità a partire sia dal contenuto che dalla circolazione spaziale.
 

A fare da collegamento tra queste esposizioni molto diverse è un tappeto di 10 metri di diametro posto al centro della "Rotonda", uno spazio circolare definito da due file di colonne di marmo. Il tappeto insieme alla totalità delle sedute preesistenti forniscono lo spazio necessario alla realizzazione del public program, la programmazione che attiverà il Palazzo con nuovi ed ampi livelli di contenuti e di riflessioni sul materiale in mostra.