1990-2013
Lungo un percorso che mantiene una sostanziale coerenza, Carla Accardi riesce negli anni ad affrontare problematiche e vagliare approcci e procedimenti che interessano generazioni di artisti diverse dalla sua. Questa sua capacità di rinnovarsi le permette di stimolare in maniera sempre crescente fino ad oggi l’attenzione di molti dei nomi più noti della storia dell’arte e della critica militante nazionale e internazionale. Lungo gli anni Novanta e Duemila tiene nuove importanti mostre personali presso musei e istituzioni in Italia e all’esterno: al Museo Civico di Gibellina, a cura di Giuseppe Appella (1990), al Castello di Rivoli, a cura di Ida Gianelli e Giorgio Verzotti (1994) e in Germania a Ludwigshafen am Rhein, Wolsburg e Lubecca, a cura di Susanne Pfleger (1995-1996), all’Accademia di Francia a Roma, a cura di Bruno Racine e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea (1997), alla chiesa della Badia Grande, Laboratori Officina a Trapani, a cura di Claudio Cerritelli (1998), al P.S.1 Contemporary Art Center di New York, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev (2001), al Musée de la Ville di Parigi, a cura di Laurence Bossé e Hans Ulrich Obrist (2002), al MACRO, Museo d’arte contemporanea di Roma, a cura di Danilo Eccher (2004), a Palazzo Valle a Catania, a cura di Luca Massimo Barbero (2011).
Sono questi gli anni in cui alcuni importanti lavori dell’artista entrano a far parte di grandi collezioni pubbliche. Nel 1991 il Castello di Rivoli acquisisce nove Rotoli e un Cono giallo. Nel 1998 Ambiente arancio entra a far parte delle collezioni del Musée d’Art Moderne et Contemporain di Strasburgo. Nel 2002 il dipinto Concentrico blu (1960) entra a far parte della collezione della Fondazione Solomon R. Gugghenheim, mentre la GAM di Torino acquisisce lo stesso anno Arciere su bianco (1955) e Labirinto n. 12 (1957-1958), e l’anno successivo Materico con grigi (1954). Nel 2005 la Triplice tenda viene acquisita dal Centre Pompidou di Parigi.
Nel maggio del 1996 le viene conferito il titolo di «Accademico di Brera» e un mese più tardi riceve l’onorificenza di «Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine» dal Presidente della Repubblica. Nel 1999 l’Accademia Nazionale di San Luca la nomina «Accademico corrispondente pittore». Nel 2002 riceve il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel 1996 realizza un mosaico a pannelli nell’atrio della stazione Re di Roma della metropolitana di Roma. Alla fine degli anni Novanta avvia la sua collaborazione con la Bottega Gatti di Faenza con cui realizza le serie dei grandi coni esposti al MACRO di Roma nel 2004, i grandi pannelli per la metropolitana di Napoli nel 2006 e per Palazzo Valle a Catania nel 2011, e Superficie in ceramica pavimento realizzato in occasione della mostra itinerante organizzata dall’Associazione Zerynthia nel 2007-2008.
Nel 1999 (con un successivo aggiornamento del 2011) viene pubblicato il catalogo generale curato da Germano Celant, con cui Carla Accardi aveva stretto un solido rapporto di lavoro e di amicizia sin dalla fine degli anni Settanta.
Sempre nel 1999 realizza la Casa labirinto un ambiente in plexiglass ispirato a un progetto degli anni Settanta, uno spa-zio percorribile com’era originariamente quello della Triplice tenda. L’opera viene esposta per la prima volta a luglio in una sala di Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone nell’ambito della rassegna Verso Sud curata dall’Associazione Zerynthia.
L’interesse di Carla Accardi per la poesia si concretizza in nuovi progetti realizzati con gli amici poeti, come quelli con Daniele Pieroni Passi esornativi e una palinodia, nel 1999, e Distici morali nel 2006. Nel 2009 realizza l’opera-libro Armonie con Riccardo Giagni e Valentino Zeichen.
Tra le tante mostre tenute dall’artista negli anni Novanta e Duemila si è scelto di riproporre oggi nell’ultima sala di Palazzo Esposizioni la personale allestita alla Galleria Pieroni di Roma nel 1992 e quella pensata per lo spazio della Fondazione Volume! nel 2008.
Nella prima l’artista torna ad articolare lo spazio attraverso un gioco di opposti e contrasti, tra il bianco e nero, e la tela grezza, mettendo in dialogo tre grandi dittici realizzati nel 1991: Grande nerobianco, Grande bianconero e Movenze notturne.
Per la seconda realizza il lavoro Segni e forme (2007). Sono otto tele sagomate, ciascuna dipinta con un colore diverso. Le forme delle tele, insolite ed estranee a qualsiasi modello geometrico, sono disposte libere nello spazio con la stessa dinamica che da sempre contraddistingue i segni dell’artista, che appaiono qui frammentati. Carla Accardi sembra aver citato sé stessa in sintesi, abbreviata, sfidando a riconoscere il tutto da un particolare e così rendendo in termini visivi un processo di comunicazione tra i più attuali.
Innumerevoli le mostre collettive, tra cui ricordiamo solo, negli anni Novanta, Italian Contemporary Art al Taiwan Museum of Art (1990), Entretien. Quattro generazioni di artisti italiani al Centre Albert Brochette di Bruxelles (1990), Un’avventura internazionale. Torino e le arti 1950‑1970, a cura di Germano Celant, Paolo Fossati e Ida Gianelli al Castello di Rivoli (1993), The Italian Metamorphosis, 1943-1968, a cura di Germano Celant al The Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1994); Minimalia. An Italian Vision in 20th Century Art, a cura di Achille Bonito Oliva al P.S.1 Contemporary Art Center di New York (1999). Negli anni Duemila: Wack! Art and the Feminist Revolution, a cura di Cornelia Butler al MOCA di Los Angeles, (2007); Italics, a cura di Francesco Bonami a Palazzo Grassi a Venezia (2008); elles@centrepompidou al Centre Pompidou di Parigi (2009).
Carla Accardi è stata definita in più occasioni un’«artista degli artisti» per la sua capacità di entrare in dialogo con il contesto culturale intorno a lei e con i numerosi artisti, anche più giovani, che negli anni hanno frequentato la sua casa-studio a via del Babuino, tra cui Luigi Ontani, Francesco Impellizzeri, Laura Palmieri, Lucio Fontana, Pietro Consagra, Nino Franchina, Franco Angeli, Lisa Ponti, Suzanne Santoro, Dadamaino, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Getulio Alviani, Ettore Spalletti, Carmen Gloria Morales, Remo Salvadori, Franz West, Giuseppe Uncini, Giuseppe Salvatori, Mariano Rossano, Antonio Capaccio, Luca Vitone, Marco Tirelli, Alfredo Pirri, Domenico Bianchi, Paola Pivi, Marco Fedele di Catrano, Claudia Peil, Diego Esposito, Peppe Occhipinti e Ugo Zovetti.
I lavori di alcuni di questi artisti, raccolti come doni e scambi nella collezione personale dell’artista, sono stati esposti nel 2000 in occasione della mostra collettiva Artisti collezionisti, curata al Palazzo delle Papesse di Siena da Pieranna Cavalchini e Cornelia Lauf, e vengono oggi raccolti nuovamente in questa mostra a testimoniare come tutto intorno a Carla Accardi sia esistita, da sempre, una rete di relazioni nata da un intreccio non districabile tra amicizia e “professione”.
Nella casa-studio di via del Babuino,
Roma, 1996.
Foto Elisabetta Catalano