Georg Tappeiner, fotografo di National Geographic, ricorda ancora perfettamente la notte in cui gli riuscì la foto delle Pale di San Martino. «Faceva un gran freddo e le meteoriti sfrecciavano una dopo l‘altra fiammeggianti nel cielo, con un grande chiarore, come quando s'accende un fiammifero». Era una sera d’estate dello stesso anno in cui l’UNESCO stava valutando l’ingresso delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio mondiale dell‘Umanità.
Alla fine di una lunga e complessa istruttoria, il World Heritage Commitee dell’UNESCO ha infatti dichiarato le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità il 26 giugno del 2009, in virtù della loro "bellezza monumentale unica". Anche la loro straordinaria genesi geologica è stata parte di questo lusinghiero giudizio: "solamente" 230 milioni di anni fa, ove ora sorgono i cosiddetti Monti Pallidi, nelle acque marine della Tetide si estendeva un’enorme barriera corallina. Oggi, qui, s’innalzano al cielo «le montagne più belle del mondo», come le definisce Reinhold Messner, il figlio più illustre delle Dolomiti: una regione in cui i prati alpini sono i più verdi, le torri di pietra le più mozzafiato e i cieli si schiudono alla vista con la più grande meraviglia rispetto agli altri universi montani.
Il fotografo Georg Tappeiner, originario di Merano, ha saputo esplorare il peculiare paesaggio dei "Monti Pallidi", percorrendolo a piedi o sorvolandolo dall'alto, creando con la sua Hasselblad immagini che sprigionano allo stesso tempo forza e poesia arcaiche.
Le fotografie presentate da Georg Tappeiner ci mostrano la bellezza delle Dolomiti e ci dicono molto sulla necessità di conservarle.