Il percorso
L'esposizione Meteoriti. Quando lo spazio comunica si articola in tre aree principali.
La prima inizia molto lontano nel tempo – 13,8 miliardi di anni fa – nel momento i cui l’universo prese a trasformarsi da qualcosa di piccolo e incandescente in qualcosa di grande, sempre più grande e freddo. Qui, pannelli ricchi di immagini, illustrazioni e informazioni conducono il visitatore attraverso lo spazio e i tempi della storia dell’universo. Occorre aspettare di arrivare a 4,56 miliardi di anni fa, quando si forma il nostro sistema solare, perché la sua storia e quella seguente della formazione del nostro pianeta ci possano venir raccontate proprio dalle meteoriti. Come si è formato il sistema solare? Qual è la storia del nostro pianeta?
Nella seconda area, si apre una “stanza delle meraviglie”: finalmente le spettacolari meteoriti. Al visitatore viene subito spiegato come si riconosce una meteorite e come occorra comportarsi nel caso, fortunatissimo, di “incontrarne” una. Possiamo ammirare qui meteoriti “italiane” e non , meteoriti provenienti da Marte, dalla Luna, da Vesta e da vari corpi che ruotano nella fascia asteroidea: condriti, pallasiti, eucriti, diogeniti. Concludono questa sezione 58 frammenti meteoritici dell’eccezionale pioggia di Bur-Gheluai (Somalia, 1919), spettacolare esempio di una storica caduta frammentata di meteoriti e ciò che non potremo mai trovare in una meteorite: spettacolari campioni mineralogici con cristalli di grosse dimensioni. Sarà questa l’occasione per spiegare come mai è possibile trovare alcuni minerali solo sulla Terra e non nel resto del Sistema Solare.
La mostra si conclude, nella terza area, con una sezione dedicata ai miti, ai racconti, ai grandi enigmi, alle curiosità che più di altre fanno parte del mondo delle meteoriti: estinzione dei dinosauri, incidenti misteriosi, crateri da impatto, meteoriti famose. Alla fine, "c’è vita su Marte?" Anche in questo caso, la risposta sarà affidata a una serie di pannelli informativi e all’esposizione di alcune meteoriti particolarmente pregevoli per importanza estetica e storica (Canyon Diablo, Ensisheim, L’Aigle, Chelyabinsk, Casas Grande e Chassigny). Una chiusura ideale di un’esposizione, nella quale scenografia, meraviglia e informazioni scientifiche compongono un percorso dedicato alle rocce che, formatesi in qualche parte dell’universo, sono giunte a pochi centimetri dai nostri occhi portando con sé il fascino di una storia lunga miliardi di anni.