Work in progress
Per la scelta dei curatori è stata bandita una Call for project, alla quale sono stati invitati a partecipare 69 candidati appartenenti alla generazione dei trentenni e dei quarantenni, prendendo in esame quanti sono attivi sull’intero territorio nazionale senza escludere gli italiani che lavorano all’estero.
La Call era finalizzata alla scelta di un massimo di dieci progetti, in ragione dei dieci ambienti in cui si può articolare lo spazio del piano nobile del Palazzo delle Esposizioni.
Dei 69 curatori interpellati, 38 hanno presentato una candidatura.
I progetti ricevuti sono stati vagliati da una Commissione multidisciplinare di esperti composta da Marco Belpoliti (scrittore e professore di critica letteraria all’Università di Bergamo), Nicola Di Battista (architetto e direttore della rivista “Domus”), Maria Grazia Messina (storica dell’arte e professore di storia dell’arte contemporanea all’Università di Firenze), l’artista Giuseppe Penone (protagonista a livello internazionale e docente per tanti anni all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi), Angela Vettese (storico dell’arte, professore di teoria e critica dell’arte contemporanea all’Università IUAV di Venezia) e dai rappresentanti della committenza, Franco Bernabè (Presidente Fondazione La Quadriennale di Roma) e Mario De Simoni (Direttore generale Azienda Speciale Palaexpo).
Il vaglio della Commissione esaminatrice ha avuto per esito la selezione dei dieci progetti espositivi che andranno a comporre la 16a Quadriennale d'Arte: Simone Ciglia e Luigia Lonardelli (questi primi due firmano congiuntamente il loro progetto), Michele D’Aurizio, Luigi Fassi, Simone Frangi, Luca Lo Pinto, Matteo Lucchetti, Marta Papini, Cristiana Perrella, Domenico Quaranta, Denis Viva.
E’ stato aperto un Tavolo dei curatori nell’ambito del quale, attraverso una serie di appuntamenti, si sta svolgendo il confronto tra gli autori, con il fine di mettere a fuoco la fisionomia della 16a Quadriennale d'Arte, definendo il titolo della rassegna e i concetti attraverso i quali renderla intellegibile.
Un dialogo, questo, reso possibile dall’oggetto unitario della mostra, l’arte emersa in Italia dopo il Duemila, ma anche dall’appartenenza dei curatori a generazioni anagraficamente prossime. Il confronto è legittimato, inoltre, dal fatto che ogni progetto, autonomo e originale, risponde necessariamente a problematiche condivise.
I contenuti dei progetti e i nominativi degli artisti invitati, nonché gli esiti del tavolo dei curatori, saranno resi noti entro la fine del prossimo aprile.
Profili dei curatori
Simone Ciglia (Pescara, 1982) è dottore di ricerca in storia dell’arte contemporanea presso la “Sapienza” Università di Roma. Si occupa principalmente di arte e critica d’arte del secondo Novecento. Ha curato diverse mostre, e scritto per cataloghi e riviste specializzate. È redattore per Zanichelli, per cui ha collaborato al manuale di storia dell’arte per le scuole. Ha scritto alcune voci della IX Appendice dell’Enciclopedia Italiana Treccani. È stato assistente ricercatore per il MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. È corrispondente per diverse riviste, tra le quali “Flash Art”. È attualmente cultore della materia in “Storia dell’arte contemporanea” presso la “Sapienza” Università di Roma e l’Università di Roma Tre.
Michele D'Aurizio (Chieti, 1985) è caporedattore dell’edizione internazionale di “Flash Art”. È inoltre co-fondatore dello spazio progetto Gasconade, a Milano. Ha curato mostre presso Galerie Balice Hertling, Parigi; Boatos Fine Arts, San Paolo; Ellis King, Dublino; Flash Art NY Desk, New York; Fluxia, Milano; Grand Century, New York. È stato nel 2012 curator-in-residence presso la Fondazione Pastificio Cerere di Roma e ha co-curato con Eva Fabbris la programmazione 2010-’11 del project space di “Kaleidoscope” a Milano. È stato Associate Editor di “Kaleidoscope” e assistente editoriale per “Mousse”. I suoi testi sono stati pubblicati su “Abitare”, “Flash Art”, “Kaleidoscope”, “Mousse”, “Spike”. Ha ottenuto un MA in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la Nuova Accademia di Belle Arti – NABA a Milano. Vive a Milano.
Luigi Fassi (Torino, 1977) è Visual Arts Curator presso lo Steirischer Herbst Festival di Graz, Austria. Dal 2009 al 2012 è stato direttore artistico di ar/ge kuns Galerie Museum di Bolzano. Helena Rubinstein Curatorial Fellow al Whitney Museum ISP di New York nel 2008-’09, ha organizzato mostre per diverse istituzioni internazionalmente, tra cui, Malmö Konstmuseum, Svezia; Kunsthalle Helsinki, Finlandia; Pori Art Museum, Finlandia; ISCP, New York, Stati Uniti; Prague Biennale, Praga, Repubblica Ceca; GAM, Torino; Museo Marino Marini, Firenze; Fondazione Morra Greco, Napoli. Suoi articoli e testi sono apparsi su “Artforum”, “Camera Austria”, “Mousse”, “Flash Art”, “Art Asia Pacific”, “Site”. “Klat”. È autore di Clement Greenberg. L’avventura del modernismo (Johan & Levi, 2011) e Time Out of Joint: Recall and Evocation in Recent Art (Yale University Press, 2009).Dal 2010 è curatore di Present Future ad Artissima, Torino. Nel 2016 è fellow dell’Artist Research Trip Program di New York.
Simone Frangi (Como, 1982) è titolare di un Dottorato di ricerca franco-italiano in “Estetica e Teoria dell’Arte” e ricercatore qualificato in Filosofia e in Estetica e Teoria dell’arte presso il Centre National des Universités (Paris, FR). Curatore e ricercatore culturale, è direttore artistico di Viafarini - Organizzazione non profit per la promozione della ricerca artistica (Milano). Dal 2013 è co-curatore di Live Works - Performance Act Award (Centrale Fies, Trento, IT) e dal 2014 co-direttore del programma di ricerca nomade A Natural Oasis? A Transnational Research Program di Little Constellation - Network of Contemporary Art focused on Geo-cultural Micro-areas and Small States of Europe. Dal 2013 è titolare della cattedra di Teoria e Attualità dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti e Design di Grenoble. Nel 2015 è stato tra i cinque curatori della decima edizione del Premio Furla per l’Arte Contemporanea di Fondazione Furla. Tra i recenti progetti curatoriali: Stage as a Social Platform (Teatro Continuo di Burri, Milano 2016); Pierre Michelon. Une histoire des décolonisations, tellesqu’elles n'on tpas puêtre, telles qu’elles ne sont pas encore (Centre d'Art Bastille, Grenoble 2016); Posthypnotic (Museion, Bolzano, 2015); Documetarism(Fondazione Pistoletto, Biella 2015); Kapwani Kiwanga (Viafarini, Milano 015); Notes on Orientalism. Video Practices at the Age of Radical Difference (Viafarini, 2015); Performance Labour (Zhdk, Zurigo 2014); Géographies Nomades (ENSBA, Paris 2012); Room, Freedom (Rosascape, Paris 2012).
Luigia Lonardelli (Bari, 1982) si è laureata a Firenze nel 2004 seguendo l’archiviazione dello studio dell’artista Mario Mariotti, acquisito dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. L’anno successivo ha conseguito un master in management per curatori alla Facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma. Si è diplomata nel 2009 alla Scuola di Specializzazione di Siena con uno studio sulla fotografia a colori di Ugo Mulas. Nel 2012 ha discusso la sua tesi di dottorato sull’attività dell’associazione Incontri Internazionali d’Arte negli anni Settanta, in corso di pubblicazione. Dal 2005 ha collaborato con la Direzione per l’Arte Contemporanea occupandosi della promozione dell’arte italiana e seguendo i lavori preparatori all'apertura del MAXXI dove ha iniziato a lavorare nel 2010 occupandosi di ricerca. Dal 2011 lavora al dipartimento curatoriale del museo curando, fra le altre, le mostre dedicate a Marisa Merz (2012) e Alighiero Boetti (2013).
Luca Lo Pinto (Roma, 1981) vive e lavora tra Vienna e Roma. Attualmente è curatore alla Kunsthalle di Vienna. È fondatore e direttore editoriale della rivista e casa editrice “NERO”. Tra le mostre da lui curate: Charlemagne Palestine (Kunsthalle Wien e Witte de With); Individual Stories (Kunsthalle Wien); Function Follows Vision, Vision Follows Reality (Kunsthalle Wien); Le Regole del gioco (Fondazione Achille Castiglioni); Pierre Bismuth (Kunsthalle Wien); Trapped in the Closet (Carnegie Library/FRAC Champagne Ardenne); Antigrazioso (Palais de Toyko); Luigi Ontani-AnderSennoSogno (Museo H.C. Andersen); D’après Giorgio (Fondazione Giorgio e Isa de Chirico). I suoi scritti sono apparsi su numerosi cataloghi e riviste internazionali. Si è occupato della redazione di libri di artisti, quali Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Emilio Prini, Alexandre Singh e Mario Garcia Torres. Nel 2012 ha curato la pubblicazione Documenta 1955-2012. The Endless Story of Two Lovers. Nel 2014 ha ideato un progetto editoriale concepito come una time capsule intitolato 2014.
Matteo Lucchetti (Sarzana, 1984) è storico dell’arte, curatore freelance e critico. I suoi principali progetti curatoriali includono: Don't Embarrass the Bureau! (Lunds Konsthall, Lund, 2014); Enacting Populism in Its Mediæscape (Kadist Art Foundation, Parigi, 2012); Practicing Memory (Fondazione Pistoletto, Biella, 2010).È stato curatore in residenza presso Para Site, Hong Kong, Kadist Art Foundation, Parigi e AIR, Anversa. Co-dirige il progetto di ricerca Visible (Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna) e il relativo premio biennale per pratiche artistiche socialmente impegnate in un contesto globale (2013, Van Abbemuseum, Eindhoven; 2015, Tate Liverpool; 2017, Queens Museum, New York). È visiting professor presso il Piet Zwart Institute di Rotterdam, l’Accademia Sint Lucas di Anversa, l’HISK di Gent e l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ha curato e preso parte a diversi talk pubblici in svariate istituzioni, tra cui il Centre d'Art Contemporain, Ginevra; Steirischer Herbst, Graz; Centre for Historical Reenactments, Johannesburg; Creative Time, New York. Vive a Bruxelles, dove ha co-diretto nel 2015 il programma “Art as Something Else” presso la Galerie de l’ERG, con screening, talk e mostre con, tra gli altri, Giuseppe Campuzano, Chto Delat?, Marinella Senatore e Jonas Staal. Lucchetti ha scritto per “Mousse Magazine”, “Manifesta Journal”, “Multitude”, “Art Agenda”, “This is Tomorrow”, “No Order. Art in a Post-Fordist Society”, “Janus”, “Arte e Critica”, “Flash Art”, “Undo.net”.
Marta Papini (1985, Reggio Emilia) vive e lavora in Italia. Nel 2010 si specializza con una tesi di ricerca sul rapporto tra arte/pubblico/museo, svolta a Londra presso Whitechapel Gallery. Da novembre 2014 è Head of Research and Public Programs del Centro Pecci, per cui, tra le varie iniziative, ha ideato e organizzato – affiancando il comitato promotore – il primo Forum dell’arte contemporanea italiana. Tra i progetti più recenti: Shit and Die, organizzata con Maurizio Cattelan e Myriam Ben Salah (Palazzo Cavour, Torino, 2014); UN HOMME JUSTE EST QUAND MÊME UN HOMME MORT (Palais de Tokyo, Parigi, 2013); THESE PEANUTS ARE BULLETS (Family Business, New York, 2012). È stata project manager di “TOILETPAPER magazine” (2012-2014); si è occupata del coordinamento editoriale di Shit and Die (Damiani editore, 2014); 1968, (Deste Foundation, 2014); Postmonument (Silvana editoriale, 2010) e ha collaborato con diverse riviste, tra cui “Purple Magazine”, “L’Officiel Italia” e “L’Uomo Vogue”.
Cristiana Perrella (Roma, 1965) curatrice e critica, ha diretto dal 1998 al 2008 il Contemporary Arts Programme di The British School at Rome. Dal 2007 al 2009 ha ideato e avviato per RISO - Museo d'arte Contemporanea della Sicilia, l’attività di un'agenzia per lo sviluppo dell'arte giovane (SACS-Sportello per l'Arte Contemporanea in Sicilia), essendone curatrice nei primi due anni e di nuovo nel 2012-2013. Dal 2010 cura la parte artistica delle attività della Fondazione Golinelli di Bologna. Come curatrice indipendente ha collaborato con istituzioni Italiane e internazionali, tra cui il MAXXI, per cui ha curato nel 2010 una delle mostre con cui il museo si è inaugurato, proseguendo poi la collaborazione con altri tre progetti espositivi. Dal 2004 al 2010 ha insegnato "Fenomenologia dell'arte contemporanea" alla facoltà di Lettere dell'Università di Chieti. Attualmente è docente allo IED di Roma. Ha pubblicato numerosi testi e monografie, tra cui, la più recente, quella dedicata a Francesco Vezzoli, in uscita a febbraio 2016 per Rizzoli International.
Domenico Quaranta (Brescia, 1978) è critico e curatore d’arte contemporanea. Nel suo lavoro, si concentra sul modo in cui l'arte risponde ai cambiamenti introdotti dai nuovi mezzi di comunicazione e produzione nella cultura e nella società. È tra gli autori di Mass Effect (MIT Press, 2015). Saggi, recensioni e interviste sono comparsi in libri, riviste, giornali e portali online, tra cui Flash Art e Artpulse. Ha pubblicato Media, New Media, Postmedia (2010) e In My Computer (2011) e curato, con M. Bittanti, il libro GameScenes. Art in the Age of Videogames (Milano 2006). Ha curato e co-curato diverse mostre in Italia e all'estero. Fra queste: Connessioni leggendarie. Net.art 1995-2005 (Milano 2005); Holy Fire. Art of the Digital Age (Bruxelles 2008); RE:akt! (Bucharest, Lijubliana, Rijeka, Maribor, 2009-2010); Playlist (Gijon e Bruxelles 2009-2010); Collect the WWWorld. The Artist as Archivist in the Internet Age (Brescia 2011; Basel e New York, 2012); Unoriginal Genius (Londra 2014) e Mankind / Machinekind (Vienna 2015). È docente presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e direttore artistico del Link Art Center, Brescia.
Denis Viva (Cividale del Friuli, 1979) insegna Storia dell'arte contemporanea presso l'Università degli Studi di Trento ed è ricercatore T.D. presso l'Università degli Studi di Udine. Alla storia dell'arte ha affiancato, dal 2008, l'esperienza come curatore: è stato direttore artistico di Palinsesti (San Vito al Tagliamento, 2008-2012), ha coordinato la sezione “giovani gallerie” del Premio Terna 2012 ed è stato curatore per le mostre temporanee al Mart di Rovereto (2012-2014). Attualmente cura i progetti su arte e architettura, Ibidem, alla Fondazione Ado Furlan, e sull'arte estremo-orientale, Paradoxa, al Museo d'arte moderna e contemporanea di Udine. Ai contributi di carattere storico si somma il lavoro scientifico per i cataloghi generali di alcuni tra i più importanti musei italiani (GAM di Torino, Museo del Novecento di Milano, Museo del '900 di Firenze). Il suo particolare interesse per l'arte italiana è testimoniato dal progetto www.capti.it (per la digitalizzazione dei periodici d'arte italiana, grazie a un bando ministeriale FIRB) e dalla rivista di studi www.palinsesti.net.
La Quadriennale di Roma
La Quadriennale di Roma è l’istituzione nazionale che ha il compito di promuovere l’arte contemporanea italiana. Il suo nome è legato all’Esposizione Quadriennale d’Arte, la rassegna che ogni quattro anni documenta i diversi orientamenti delle arti visive del momento. Nella sua sede di Villa Carpegna la Quadriennale svolge un’attività continuativa, articolata in mostre, incontri, servizi di ricerca e documentazione, pubblicazioni.
L’Archivio Biblioteca della Quadriennale (ArBiQ) tutela e valorizza un fondamentale patrimonio di documenti e materiali sull’arte del XX e del XXI secolo, assicurando continuità e rigore all’azione culturale dell’Istituzione.
L’archivio e la biblioteca sono interamente consultabili anche online: i fondi archivistici nelle loro consistenze, il catalogo della biblioteca all’interno del Servizio Bibliotecario Nazionale.
La Quadriennale di Roma è oggi una fondazione partecipata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio. Nasce nel 1927 come esposizione periodica e viene istituita come ente a partire dal 1937.