Il significato dell’amore sta nella verità dell’unità cosmica, è il momento di massimo splendore dell’individuo che si rende prossimo all’altro. In questo libro i volti dell’amore sono di diversa luminosità come i riflessi dei cristalli. L’amore è intenso là dove sboccia la sua essenza e l’attrazione varca come per incanto una soglia primaverile, il desiderio tra due giovani innamorati. Sarà un amore contrastato da un altro amore, quello ragionato di un padre che risponde alle modalità selettive dello status sociale dell’Italia degli anni quaranta. Segue il sentire universale di una madre che risponde alla sua coscienza e protegge una figlia in fuga e poi l’amore di un’altra madre che accoglie i due fuggiaschi innamorati. Il loro slancio epico è verso la vita con l’anima prensile che rende fertile ogni cosa. E si apre il libro delle generazioni dell’uomo, la ricostruzione emblematica di una umana vicenda che raccoglie le esperienze, le conquiste amate, sofferte della coscienza che progredisce in coscienza universale. L’unità positiva del tutto si ritrova in questa biografia dell’amore in cui Giorgio attraverso la continuità coscienziale ricorda insieme a Bianca la propria origine, la sua storia, perché una verità se non è questo non è una verità . Pur restando se stesso nella sua vita, senza fortuna e senza fama ha realizzato gran parte della sconfinata pienezza dell’essere secondo una tensione umile e sincera che va oltre i limiti, oltre la cecità. L’Io si abbandona a un disegno altro da sé, si fa centro della coscienza universale e vive autenticamente il suo rapporto d’amore col mondo, con le cose più umili, più vicine ai suoi occhi spenti. L’emancipazione dalla fine sarà un’altra forza altrettanto viva e ad essa contraria, sarà la coscienza della verità che ha un nesso interiore e indissolubile con l’individuo. É l’illuminazione del bene primigenio che si riconosce come segno e risorsa e il sé ne è testimone. L’azione ha come punto d’appoggio l’amore, la scelta di andare avanti per Giorgio senza chiedere nulla, con sereno disincanto. Per i suoi genitori innamorati fuggiaschi d’un tempo la scelta è l’amore ostinato per la vita e la posteriorità. È questa che li rende prossimi ad ogni sacrificio, a un amore sovrasostanziale per un figlio cieco. E Bianca risale la luce attraverso il buio di Giorgio guardando la vita con gli occhi dentro i suoi occhi. Chi è amato ha quella salute del cuore che non conosce paura, chi ama senza speranza ha quella sostanza divina che non conosce il pericolo né la morte. L’amore è un rischio sempre fertile.
Rossella Frollà nasce a San Benedetto del Tronto dove vive. Si è laureata presso l’Università Carlo Bo di Urbino. Animata da grande curiosità intellettuale vive molteplici esperienze lavorative giovanili nel settore della ricerca sociale e della comunicazione prima di approdare alla critica letteraria e alla poesia. Nel 2012 pubblica con Interlinea Il Segno della parola, Poeti italiani Contemporanei e si afferma come nome nuovo nel panorama della critica letteraria. Offre l’assistentato volontario alla Facoltà di Sociologia, Corso di Sociologia della Letteratura dell’Università degli studi Carlo Bo di Urbino. Sempre nello stesso anno riceve il Premio Alpi Apuane per la Poesia Inedita. Nel 2015 pubblica con Interlinea la sua prima opera poetica Violaine che raccoglie il consenso unanime della critica letteraria italiana. Nel 2017 esce, sempre da Interlinea, il poema Eleanor. Non fummo mai innocenti. Dalla Bosnia alla Siria. È in uscita Rose. All’ultimo chiaro (Interlinea, 2023) Oggi fa della poesia la sua nuova frontiera di impegno umano e culturale. Scrive per L’Osservatore Romano, Pelagos Letteratura, per Laboratori critici di poesia, e altre riviste letterarie on-line.
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Libreria Palazzo Esposizioni Roma
via Milano 15/17
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