Un'opera in corso: "Prima mangia"
Nato nel 1963 nella provincia di Liaoning, Liu Xiaodong vive e lavora a Pechino. Pittore, dipinge impegnandosi in imprese eccezionali, ritraendo dal vivo scene e paesaggi su tele di grandi dimensioni. Molte delle sue opere, tutti olii su tela, riproducono visioni accuratamente definite dall'artista. Si tratta, il più delle volte, di luoghi all'aperto, sempre abitati da presenze umane, uomini e donne che vivono abitualmente nelle campagne e nelle città dove il pittore ha scelto di dipingere e che posano per lui come dei veri e propri modelli. Attraverso la semplicità di un assetto apparentemente legato ai gesti del vivere quotidiano, le tele di Liu Xiaodong assurgono a un valore epico che deriva dalla scelta di cogliere, attraverso una forma di realismo sintetico, temi cruciali della vita contemporanea. Come è accaduto nel 2003, con il più noto dei suoi cicli di dipinti, quello dedicato alla migrazione forzata degli abitanti della valle delle Tre Gole, spopolata per essere allagata e trasformata nella più grande fonte di produzione elettrica della Cina o come appare nella più recente serie di pitture realizzate en plein air in Tibet, nelle quali, sullo sfondo di intense figure umane, si intravedono i segni di un progresso tecnologico destinato a sottrarle alle loro antiche tradizioni.
In occasione della mostra "Cina XXI secolo. Arte fra identità e trasformazione" a cura di Zhu Qi e di Morgan Morris, che si terrà al Palazzo delle Esposizioni dal 19 febbraio al 18 maggio del 2008, l'artista ha deciso di trascorrere un mese a Roma e di impegnarsi nella realizzazione di un grande dipinto. Il Forum del Palazzo delle Esposizioni si è quindi trasformato in un atelier dove Liu Xioadong dipinge dal vero "Prima mangia", una "Ultima Cena", un omaggio all'Italia e al genio di Leonardo. Su cinque tele, che misurano complessivamente due metri e mezzo per dieci, l'artista sta ritraendo i tredici modelli che banchettano realmente intorno a una tavola imbandita con piatti e cibi mediterranei. Vestiti dei loro consueti abiti, i tredici modelli, nell'idea dell'artista, offrono una visione laica dell'Ultima cena, terminata la quale destini diversi attenderanno i partecipanti.