Il volto enigmatico della Swinton e il momento della performance diventano un dispositivo riflettente, un punctum che feconda la creatività del fotografo, innescando un processo di conoscenza dell'opera di Pasolini nella riflessione e nella rifrazione di questa azione. Da qui il titolo della mostra Reflecting Pasolini e l'idea del progetto, che si completa con le immagini dei luoghi e degli oggetti, quelli che Ruediger Glatz ha incontrato attraversando l'Italia alla ricerca dell’immaginario del poeta. Il ciclo di fotografie denominato On PPP ricostruisce così questo percorso emotivo nel confronto tra passato e presente, nel rapporto di Pasolini con la città di Roma, documentando i cambiamenti, ma anche la magia immutata di certi confini e ormai mitologiche periferie.
Quasi a voler colmare quel senso di vuoto, Glatz ha investito di nuove rappresentazioni e risemantizazzioni i riferimenti alla pittura primitiva di Piero della Francesca e Giotto ne Il Vangelo secondo Matteo, così come la poesia scenica nelle architetture del Quadraro e Centocelle in film come Mamma Roma o Accattone, o le ombre di Villa Feltrinelli sulle rive del lago di Garda, ultima residenza di Mussolini, a cui Pasolini si ispirò per il film Salò. Dai chiaroscuri di Glatz affiora la dimensione della strada, nella sua forza trasversale di luogo del racconto, a cui i personaggi pasoliniani si affidano nella narrazione, così come la superficie piatta delle facciate delle chiese San Felice da Cantalice e Don Bosco, che premono sull'azione dell'uomo e diventano proiezione del suo stesso destino.
Il fotografo ha ricercato quel punto di vista decentrato e marginale nell'idea pasoliniana di Roma come città-set, cercando quel fascino della verità anche nella rappresentazione del Tevere – luogo che ritorna della ritualizzazione del sacrificio di Accattone nella sua scommessa con la morte – sui cui argini rimangono attività fantasma e la nostalgia di ritrovi sociali ormai perduti. La sabbia, il paesaggio naturale delle dune di Ostia, conservano ancora il fascino di spazio aperto all'instabilità e alla trasgressione, intesa come capacità critica. L'essenza stessa dei luoghi, degli scorci solitari, della natura-cultura, come spazi denaturalizzati, ha generato così un personale atlante di miti ed emozioni, in una dimensione intima e letteraria, che ha portato Glatz a completare il suo viaggio nella casa bolognese, dove il poeta nacque, così come a visitare la Torre di Chia, ultimo amato rifugio dove scrisse Petrolio.
L'iniziativa fa parte del programma PPP100-Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.