Richard Feynman, il famoso fisico, affermava che esistono arcobaleni che gli occhi non possono vedere ma che per questo non sono meno affascinanti. Chi si occupa di particelle elementari, di forze fondamentali, di meccanica quantistica, vale a dire di cose invisibili e infinitamente piccole, ma proprio per questo alla base di tutto il resto, ha ben presente l'osservazione di Feynman. Il nostro pensiero è intriso di immagini, anche quando affronta le questioni piu' astratte. Buona parte delle scienze della natura, la biologia, la geologia, solo per citarne un paio, sono in grado attingere a delle immagini di una bellezza ed efficacia straordinaria e non hanno problemi ad essere comunicate. L'astronomia è entrata da un paio di decenni a far parte di questo club scientifico: prima di Hubble e dei super telescopi moderni le cose non stavano certamente cosi' e certamente la grandissima parte di informazioni che ci provengono oggi dal cosmo sono ottenute con strumenti raffinati che estendono enormemente la nostra capacità di vedere.
Questa mostra parte dal presupposto che, una volta viste, anche le particelle elementari diventano incredibilmente familiari e quotidiane. Che se riusciamo a manipolare con le nostre mani il tessuto dello spazio tempo non ce ne dimenticheremo facilmente. Che se l'espansione dell'universo ci avvolge in tre dimensioni mentre la guardiamo potremo raccontarla ai nostri amici o ai nostri figli. E se capiamo come l'eco del Big Bang sia davvero presente nelle antenne delle nostre televisioni, la prossima volta che guardiamo il Grande Fratello ci puo' venire voglia di cambiare canale e di... sintonizzarsi sull' Universo.
Gli astri sono irraggiungibili ma ci mandano una grande quantità di messaggi sotto forma di radiazione, messaggi che, opportunamente rivelati e decodificati, ci permettono di capire di cosa siano fatti i corpi celesti, come si sviluppino, quale sia il loro ruolo nell'Universo.
Gran parte di questa radiazione è luce, una piccola parte è materia. Della parte luminosa solo una piccola frazione è visibile ai nostri occhi attraverso le lenti dei telescopi. Quasi tutti i messaggi che arrivano sul nostro pianeta sono invece invisibili.
Nel corso del secolo scorso la comprensione dell' Universo è progredita in modo straordinario proprio perché siamo riusciti a sviluppare strumenti sempre piu' sofisticati che ci permettono di vedere i vari tipi di arcobaleni, di luce e di materia, nascosti ai nostri sensi e di godere dell'estetica dell' invisibile.
La mostra si apre con una Doccia Cosmica: niente paura non si tratta di una secchiata d'acqua ma semplicemente della visualizzazione dei Raggi Cosmici, i muoni che impalpabili e numerosissimi, attraversano il nostro corpo in ogni singolo istante della nostra vita. Ogni secondo siamo trapassati da centinaia di queste particelle, fratelli pesanti degli elettroni, prodotti nell'atmosfera e che finiscono la loro corsa a decine o centinaia di metri di profondità nel terreno. Nella Doccia Cosmica sarà possibile prendere una fotografia assieme a questi effimeri ma penetranti messaggeri dell' Universo e mandarla via email agli amici.
Poco piu' in là è invece possibile vedere nei dettagli le particelle della radioattività naturale, in parte dovuta ai Raggi Cosmici, piccole tracce che appaiono dal nulla nella forma di sbuffetti di condensazione all' interno di una Camera a Nebbia (video su Mediecenter).
E' a partire da queste tecniche che gli scienziati hanno sviluppato esperimenti sempre piu' grandi e complessi come quelli che permettono negli altopiani dell'Argentina di studiare Raggi Cosmici che hanno una energia equivalente ad una palla da tennis battuta da un campione. O come gli esperimenti che nello spazio ricercano la materia oscura e l'antimateria. O quelli sotto il Gran Sasso in grado di fotografare tutti i dettagli il percorso di una particella energetica che attraversa ben 17 metri di materia.
E poi ci sono i neutrini. Siamo immersi in un mare di queste particelle, emesse dalle stelle, incluso il nostro Sole, dalle supernovae, dal Big Bang. Dieci milioni di miliardi di neutrini solari, provenienti direttamente dalla fornace della nostra stella, attraverseranno il vostro corpo mentre visitate la mostra. Per rivelare i neutrini solari occorrono strumenti molto grandi, posti nelle viscere del Gran Sasso, in grado di rivelarne uno ogni tanto e di vedere il sole da sotto la montagna.
Analogamente per rivelare i neutrini che vengono dalla nostra galassia gli scienziati usano il nostro pianeta come filtro: con giganteschi esperimenti piantati nei ghiacci del Polo Sud guardano in neutrini che vengono dall'emisfero Nord, nelle profondità mare Mediterraneo guardano i neutrini che vengono dall' emisfero Sud. Un curioso modo di usare il nostro pianeta, no ? Qualche cosa di simile lo facciamo con il fascio di neutrini che corre sottoterra dal CERN di Ginevra al Gran Sasso dove sono posti gli strumenti per la rivelazione di queste particelle.
La mostra continua con la luce, il messaggero principe con cui l'Universo comunica con noi. La luce visibile si', ma soprattutto quella invisibile, dalle onde radio ai raggi gamma. Quella che negli ultimi 50 anni ci ha permesso di vedere tutti i colori dell' Universo, e di apprezzare il suo splendore, la sua violenza, la sua immensità. Un arcobaleno di astronomie, che parlano tutte degli stessi oggetti, ma osservandoli da punti di vista diversi: ogni colore dello spettro esteso corrisponde a ben precisi processi fisici e stati della materia, gas, polvere, stelle, esplosioni, jet di materia e radiazione. Grazie alla luce emessa nelle bande radio, il pubblico potrà ascoltare il fischio delle pulsar, oggetti compattissimi che, girando su se stessi centinaia di volte al secondo, emettono una onda radio modulata nelle frequenze sonore.
La luce è in grado di attraversare l'Universo e di raggiungerci dopo un viaggio che puo' essere iniziato poco dopo il Big Bang, quasi 14 miliardi di anni fa. In questo lungo viaggio, la maggior parte dei fotoni non incontrano praticamente nessuna particella, procedono alla cieca nella loro frenetica oscillazione elettromagnetica, fino a che non sbattono violentemente contro un atomo, magari nella retina dei nostri occhi. Ma in tutto questo tempo non si annoiano troppo, perché sono in continua interazione con la struttura dello spazio tempo, la geometria dell' universo deformata dalla gravità prodotta dalle masse dei corpi celesti.
La luce percorre sempre la strada piu' breve tra due punti e nello spazio piegato dalla gravità questo percorso non è necessariamente una linea retta. Per spiegare questo concetto è stata realizzata una installazione in cui la presenza del visitatore modifica in modo dinamico la geometria dello spazio, come se fosse una stella o un buco nero.
Nella parte finale della mostra potremo dare fondo alle nostre piu' sfrenate e nascoste ambizioni, vivendo 5 minuti da Dio e creando universi caratterizzati da diverse composizioni di materia ed energia. In tempo reale vedremo se siamo capaci di fare qualche cosa che funziona e scopriremo che fare il Creatore non è un mestiere facile, quasi tutti gli universi creati fanno rapidamente flop.
Nel centro della mostra è posta una grande semisfera, che prende nel tempo le sembianze della Terra, di una stella, di una galassia: dentro alla sfera il pubblico puo' incontrare gli scienziati italiani, intervistarli in modo virtuale, farsi raccontare quello che fanno, come lo fanno e perché hanno scelto di farlo. Premi Nobel e giovani borsisti, una vasta comunità che di generazione in generazione si passa il testimone in un contesto internazionale, a partire da Galileo, passando per Fermi e la sua scuola fino ai contemporanei come Rubbia e Giacconi. Una secolare ricchezza culturale rappresentata oggi dagli Enti che organizzano la mostra, l'INFN, l'INAF e l'ASI, di cui l' Italia deve andare fiera e che deve essere sostenuta per non andare dispersa.
Nel corso della visita accadranno delle cose straordinarie, in tempo reale: scoppieranno 100.000 supernove nell' Universo visibile, disperdendo nel cosmo 10 milioni di miliardi di miliardi di chili di ferro, sarete attraversati da 1 milione di Raggi Cosmici oltre che dai suddetti neutrini solari. Abbiamo fatto le cose in grande: vi faranno compagnia nelle sale della mostra mille miliardi di fotoni del Big Bang e 150 miliardi di neutrini anch'essi provenienti dai primi istanti dell' Universo. E le centinaia di miliardi di particelle di materia oscura? Come degno finale di una Mostra dedicata agli arcobaleni invisibili, scoprirete che nonostante tutto quello che siamo riusciti a scoprire, l' Universo ci nasconde ancora oggi il 95% di quello che lo compone... un messaggio per le nuove generazioni di scienziati: il bello ha ancora da venire.