In collaborazione con Guanda
Un percorso inedito nella Roma di oggi e di ieri, al contempo ospitale e ostile, attraverso lo sguardo e la prospettiva critica di due autori d’eccezione, Jhumpa Lahiri e Gianni Biondillo, che il Palazzo delle Esposizioni ha invitato in occasione della mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini a presentare le loro ultime fatiche letterarie, ricreando idealmente uno di quei momenti unici e rari di scambio tra intellettuali che la casa romana del poeta-regista frequentemente accoglieva, nelle discussioni di amici scrittori quali Moravia, Morante, Gadda, Maraini e molti altri grandissimi. A fare gli onori di casa e tessere le fila della conversazione un ospite impeccabile, Yari Selvetella, scrittore e affabulatore impagabile allenato ai ritmi incalzanti ma garbati del miglior giornalismo televisivo, che conosce come le sue tasche le borgate care a Pasolini.
Una Roma mista e metafisica, contemporanea ma eternamente sospesa fra passato e futuro, è la vera protagonista, non l’ambientazione, della raccolta Racconti romani di Jhumpa Lahiri (Guanda, 2022). Nove racconti in cui riconosciamo una città contraddittoria che ridefinisce se stessa, trasformandosi di generazione in generazione in un amalgama, in un viavai ibrido di stranieri e romani che si sentono comunque sempre tutti fuori posto: i personaggi che abitano questi racconti vivono momenti di epifania ma anche violente battute di arresto. L’andamento della scrittura è riconducibile agli autori italiani del Novecento che Jhumpa Lahiri conosce e profondamente ama, a partire da Moravia che riecheggia nel titolo. Ma i temi di questo libro, il quinto che l’autrice scrive direttamente in italiano, sono tutti suoi: lo sradicamento, lo spaesamento, la ricerca di un’identità e di una casa, il sentimento di essere stranieri e soli ma, proprio per questo, in lotta e vitali.
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In Pasolini. Il corpo della città (Guanda, 2022) Gianni Biondillo segue le orme di un autore «senza dialetto» e «senza casa» e attraverso l’analisi delle sue opere traccia il suo percorso umano alla ricerca di una lingua con cui esprimersi ed un paesaggio dove radicarsi. Con sguardo appassionato spazia dal Friuli della mitica gioventù pasoliniana alla Roma suburbana non ancora violentata dall’omologazione capitalista. Per poi, a «genocidio» avvenuto, constatare la fuga del poeta verso nuovi corpi e nuovi luoghi: quelli incontaminati (ma per quanto ancora?) del Terzo e Quarto Mondo. Un saggio che si immerge nei testi, nelle parole e nelle pellicole di Pasolini per cercare uno degli itinerari forse fra i più disperati e rabbiosi che la letteratura del Novecento abbia saputo consegnarci.
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Jhumpa Lahiri è nata a Londra da genitori bengalesi. Cresciuta negli Stati Uniti, ha insegnato a Princeton e attualmente insegna al Barnard College della Columbia University. Vive tra Roma e New York. I suoi libri in Italia sono pubblicati da Guanda: L’interprete dei malanni, L’omonimo, Una nuova terra, La moglie sono tutti scritti in inglese. A partire dal 2015 scrive il suo primo libro in italiano, lingua che studia, ama e pratica durante i frequenti soggiorni a Roma, che si intitola In altre parole. È il racconto del colpo di fulmine, dell’innamoramento per la nostra lingua e per il nostro paese. A questo seguono gli altri libri scritti direttamente in italiano, come Il vestito dei libri che racconta il rapporto delle copertine con i libri, il primo romanzo scritto nella nostra lingua dal titolo Dove mi trovo e il libro di poesie Il quaderno di Nerina. Sempre per Guanda ha curato e introdotto l’antologia Racconti italiani. È inoltre traduttrice, in inglese, di alcuni romanzi di Domenico Starnone. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio Pulitzer, PEN/Hemingway Award, Frank O’Connor International Short Story Award e Guggenheim Fellowship. Nel 2012 è stata nominata membro dell’American Academy of Arts and Letters, e nel 2019 il Presidente Sergio Mattarella l’ha nominata Commendatore dell’Ordine «Al merito della Repubblica italiana». Nel 2022 le è stato conferito il Premio Crédit Agricole FriulAdria «La storia in un romanzo». Attualmente sta traducendo Le metamorfosi di Ovidio dal latino all’inglese.
Gianni Biondillo è architetto e scrittore. Presso Guanda ha pubblicato la serie dedicata all’ispettore Ferraro, il cui ultimo titolo è I cani del barrio. Per Guanda sono usciti anche Metropoli per principianti, Nel nome del padre, Strane storie, Il mio amico Asdrubale, L’Africa non esiste, Come sugli alberi le foglie (Premio Bergamo), Pit, il bambino senza qualità, Lessico metropolitano. Sempre per Guanda, Biondillo ha curato l’antologia di racconti Pene d’amore; ha scritto con Severino Colombo Manuale di sopravvivenza del padre contemporaneo e con Michele Monina Tangenziali. Scrive per il cinema e la televisione, pubblica su quotidiani e riviste nazionali. Vive a Milano con la moglie e due figlie.
Yari Selvetella è nato a Roma, crescendo proprio in quelle borgate raccontate e amate da Pier Paolo Pasolini. Si è a lungo occupato di storia della criminalità con saggi e reportage di successo, per poi passare alla narrativa, dedicando sempre grande attenzione alle ambientazioni dei suoi libri, per lo più romane. Tra i suoi ultimi romanzi Vite mie, appena pubblicato da Mondadori, Le regole degli amanti (Bompiani, 2020), premio Cambosu, Le stanze dell’addio (Bompiani, 2018), candidato al premio Strega, La banda Tevere (Mondadori, 2015). Ha pubblicato il libro di poesie La maschera dei gladiatori (CartaCanta, 2014). Giornalista e autore televisivo, lavora per la Rai.
Foto di Flaminia Nobili
L'iniziativa fa parte del programma PPP100 - Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.
Informazioni
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Auditorium
Scalinata di via Milano 9a